Quando il Vescovo Bottaccioli e il Ministro Provinciale dei Frati Minori P. Giacomo Mancini ci contattarono per saggiare la nostra disponibilità a lasciare il Convento di S. Girolamo per il Monastero della SS.ma Trinità, demmo la nostra adesione di massima; e subito, in gruppo, tutte le Sorelle Clarisse di Corso Garibadi salirono a S. Girolamo.
E l’ex mucchio d’ossa che era stato il Convento di S. Girolamo, e che, sotto la guida di Ottorino, i muratori Maurino, Dante Castellani, Quinto Bei e Gaetano Ferranti, con Gianni, e Leandro, e Bruno Fofi, e Stefano Benedetti, e Alberto Pifarotti, e Peppe Baldinelli, e Marco Ubbidini, e … centinaia di ragazzi volontari avevamo trasformato in una bomboniera con due ascensori, uno da barelle a tre fermate e uno piccolo da carrozzine a cinque fermate apparve ai loro occhi in tutto il suo recuperato splendore.

Era il 25 luglio 1996, il giorno prima che Doretto morisse, schiantato da un infarto devastante. E fu proprio Doretto, nel suo reboante dialetto veneto, sonante di “Bon. Bon!”, a dare loro il benvenuto: le mani diafane delle Suore scomparvero, per un attimo, nella mano di Doretto, grande e robusta come la pala di un escavatore.
Le Sorelline (quasi tutte) pigolarono il loro vivace consenso, soprattutto le più giovani: la possibilità di abbandonare il baraccone di Corso Garibaldi, soffocato al centro città, per installarsi a metà costa del Monte Ansciano, nel verde incontaminato, con tutta Gubbio ai piedi della loro preghiera per tutti, animò a lungo il loro amabile ciangottio; Oggi la Chiesa di S. Girolamo vibra del loro rapporto sponsale con il Figlio di Dio e Salvatore di tutti; e lo splendido coro ligneo del sec. XVII è stato restituito alla sua originaria bellezza.

Per addivenire al cambio Convento S. Girolamo vs Monastero della Trinità occorreva mettere a punto le condizioni; le Sorelle Clarisse di non potevano proporci un altro comodato gratuito, della durata iniziale di 99 anni, che poi si sarebbero ridotti a 75, 50,25: stavolta volevamo la piena proprietà almeno di una parte dello stabile del Monastero.
Le Sorelle Clarisse si comportarono benissimo. Decisero che in proprietà ci avrebbero ceduto quella parte di convento che non ha finestre che si affaccino sull’interno, in mordo tale che, se un giorno avessero voluto tornare, la Clausura prevista dalla Regola non ne sarebbe stata pregiudicata.

Proposta logica, ma anche fortemente penalizzante per loro: ci cedevano infatti la parte che si affaccia su Corso Garibaldi, quella di maggior pregio venale, e tutto il resto del … mostro veniva lasciato a nostra disposizione in comodato gratuito per 75 anni, con tutti i suoi 5.000 (cinquemila) mq.

Quest’ultima mossa era un po’ meno limpida, perché faceva carico a noi, in toto, della manutenzione di quel gigante sbrindellato; e infatti, quando dalla Regione arrivarono i soldi del terremoto, le miti sorelline si rifiutarono decisamente di gestirli, anche a rischio di rimandare indietro oltre 3 miliardi di lire: il fatto è che loro avrebbero dovuto accollarsi una spesa pari al 10% di quella somma; per questo (soprattutto per questo) a’ pummarola la lasciarono graziosamente ‘n goppa alla Comunità. E per noi fu durissima.

“La Trinità”, un edificio realizzato senza un progetto unitario, cresciuto nei secoli intorno alla Chiesa (dal CD “Video per il sito”, foto n. 01-01) che si affaccia sull’inizio di Corso Garibaldi (dal CD “Video per il sito”, foto n. 01-02), col lato sinistro su Via Dante per aggregazioni successive che degli edifici preesistenti tenevano conto … ogni tanto.
Ma ci sono dei “pezzi unici”. Il Refettorio della Monache, primi del 1500, ad esempio:una sala che, nelle proporzioni generali e nei tagli delle volte, sprigiona un’armonia serena e assoluta (dal CD “Video per il sito”, foto n. 01-03).
O, retrostante alla Chiesa aperta al pubblico, il Coro dove la scuola dei Fratelli Maffei ha dato prova della sua valentia (dal CD “Video per il sito”, foto n. 01-04).
O il salone d’ingresso, armoniosissimo ad onta del fine pratico per il quale fu realizzato: mettere a squadro l’inizio di Corso Garibaldi con la fine di Via Dante (dal CD “Video per il sito”, foto da scegliere a tuo gusto tra n. 01-05, 01-06 e 01-07).
E poi reperti archeologici d’età greco/romana inseriti SECOLI OR SONO nella muratura (dal CD “Video per il sito”, le due foto n. 01-08 e 01-09).
E poi in basso dei fondi in pietra chiara e di grosse dimensioni, e dal terrazzo posto in alto una visone di Gubbio come nessuno l’ha mai vista (dal CD “Video per il sito”, foto n. 14-02).
E così, nell’anno 2.000, , mentre le Suore salivano a S. Girolamo salmodiando, noi scendemmo da S. Girolamo borbottando con l’intento di stabilirci a La Trinità al più presto, dopo un breve periodo di soggiorno alla periferia ai Gubbio, in due grandi case, a S. Marco e a Padule Stazione: il breve periodo oggi dura da 10 anni.
Ma la sorpresa vera l’avemmo l’avemmo quando si tenne la Conferenza dei Servizi sul futuro utilizzo del Monastero della SS.ma Trinità: erano tali e tanti i dislivelli da rispettare, erano talmente numerose le porta tagliafuoco d impiantare, era talmente scarsa la benevolenza dei componenti la Commissione (Regione, Provincia, Comune, ASL, Vigili del Fuoco, Lancieri del Bengala …) che ci tenemmo lontani dall’impegnarci in un progetto di ristrutturazione generale, limitandoci e rendere abitabile la porzione d’edificio di nostra proprietà.
Facemmo anche un tentativo di uscire in TV con un pièce che ci avrebbe offerto gratuitamente Dario Fo, contattato tramite don Andrea Gallo di Genova, ma, sulla base di esperienze condotte da organizzazioni simili alla nostra, l’ipotetica somma che avremmo potuto raccogliere dalla trasmissione TV avrebbe si e no coperto la cenere.