Nei primi anni 80 come un ciclone arrivarono a S. Girolamo, da Compresso PG, dove aveva chiuso i battenti l’Istituto di Mons. Cirenei, le cosiddette “Cinque Ragazze”, tutte desiderose di collocarsi nella vita lavorativa con il dovuto decoro: Francesca Bondì in testa, che si sarebbe laureata in Pedagogia e sarebbe stata Presidente della CdCdU dal 1987 al 1997, poi avrebbe fondato la Comunità di Capodarco di Perugia; e con lei Annamaria Bellucci (oggi infermiera professionale), Cinzia Fulvi (oggi ostetrica), Antonietta “Toti” Perla (oggi logopedista) e Domenica, moglie del tipografo Arnaldo “Pierino” D’Acri e madre felice di David, grafico di successo, e di Lucia, studentessa universitaria; recentemente Domenica ha vinto un posto all’Ospedale di Branca: la trovate, sorridente e solenne sulla sua carrozzina, dietro il bancone della reception.

Perché “Le Cinque Ragazze” potessero portare avanti i lori studi, dovemmo allestire una residenza a Perugia. Lo facemmo dapprima in Via del Lavoro, poi a Prepo (dal CD “Video per il sito”, foto n. 05-01) dove, con la mediazione del Parroco don Giuseppe Gioia, ci invitò una Leader di prima grandezza della Chiesa Perugina di allora, Chiara Falcinelli.
Ci insediammo nella “Casa del contadino” risistemata all’interno e dipinta all’esterno di un colore sgargiante (dal CD “Video per il sito”, foto n. 05-02).

A lungo ne fu animatore Sauro Magara, che poi scelse una strada diversa. A lungo vi dette il meglio di se stessa Bianca Gallo (dal CD “Video per il sito”, foto n. 05-04), dalla quale poi dovemmo separarci per questioni che forse avrebbero potuto avere un diverso esito 

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Nell’anno 2000, quando presero l’abbrivo le prime fasi del “Processo dei 7 anni”, quando avvenne la frattura con la Capodarco Nazionale, Francesca Bondì prese l’iniziativa e dette vita alla Comunità di Capodarco di Perugia, che gestì egregiamente; ma quella rottura ci danneggiò notevolmente sul piano del’immagine. E non era solo immagine perché, pur non odiandoci, ci ignoravamo cordialmente. 
Nel 2007, al termine dei setti anni del processo che si concluse, al primo minuto del dibattimento, con le scuse porte da PM alla Comunità, “perché questi signori (il Presidente, il Direttore Medico, il Direttore Amministrativo e la Segretaria, n.d.r.) dappertutto dovrebbero trovarsi tranne che in un’aula penale) la riconciliazione con Perugia

2008. Nello studio del Sindaco di Perugia, Renato Locchi, il 18 giugno, pronubi il medesimo sindaco e Mons. Vinicio Albanesi Presidente Nazionale della Comunità di Capodarco, avviene la riconciliazione con la Comunità di Capodarco di Perugia, alla presenza del Presidente dell’Opera Pia Marzolini (proprietaria dello stabile di Prepo, occupato in parte da una delle due comunità, in parte dall’altra) e dei sacerdoti che in essa rappresentano la Curia e il Capitolo Cattedrale.
Nel numero di luglio 2008 di Nuncium perusinum, il giornale on-line dell’Archidiocesi di Perugia, sotto il titolo CAPODARCO A PERUGIA l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Chiaretti scrive: 
È stata, ed è, una bella realtà assistenziale per la promozione della persona, con particolare attenzione agli emarginati, fondata quaranta anni fa a Capodarco di Fermo da don Franco Monterubbianesi, e quasi subito trapiantata in Umbria dal generoso e benemerito don Angelo Fanucci di Gubbio, il quale volle un presidio anche a Perugia per consentire agli emarginati la frequenza delle scuole e dell’Università. Il presidio fu trovato sulla collina di Prepo nelle case dell’opera Pia Colonia Agricola Marzolini (il Marzolini era un bravo prete perugino a Roma al seguito di Leone XIII, che fondò quest’opera, poi laicizzata, per scopi benefici). Col passare del tempo s’è venuta a creare un’altra Capodarco, questa volta di Perugia, presieduta dalla dottoressa Francesca Bondì, pur essa ospitata nei locali dell’Opera Pia Marzolini, causando nell’opinione pubblica un certo disagio e una certa confusione. 
Il 18 giugno scorso è stato finalmente trovato un accordo tra tutti gli interessati, curia compresa, che prevede nel tempo l’utilizzo dello stabile di Prepo da parte della sola comunità di Capodarco di Perugia (Francesca Bondì), mentre la Comunità di Capodarco dell’Umbria (don Angelo Fanucci) occuperà per le sue attività socio-riabilitative uno stabile in via Settevalli ancora in costruzione.
Siamo lieti della felice conclusione della querelle che contrapponeva due istituzioni, e soprattutto due persone meritevoli d’ogni considerazione e di tanta gratitudine.

Lì si vive una vita di famiglia (dal CD “Video per il sito”, foto n. 05-08), che è una componente essenziale del nostro modello e a volte è di gran lunga lo strumento più efficace per il recupero dei soggetti accolti, il vero obbiettivo della vera riabilitazione che è recupero della persona e non semplicemente di questo o quell’arto. Al vertice della vita di famiglia il pranzo comune, a Prepo (dal CD “Video per il sito”, foto n. 05-03) come a Padule Stazione (dal CD “Video per il sito”, foto n. 02-02), come a S. Marco (dal CD “Video per il sito”, foto n. 03-05), o a Via Gabrielli (dal CD “Video per il sito”, foto n. 04-03).
Non per nulla la Bibbia, quando ha dovuto individuare un’immagine idonea (o almeno … meno inidonea) a dire quale sarà la nostra vita quando il Signore ci avrà ritirato il patentino, ha usato l’immagine del banchetto. 
La “casa del contadino” ha a lungo ospitato l’attività lavorativa e/o di terapia occupazionale che nella nostra visione dell’handicap, come in tutte la altre visioni serie, ha una sua grande importanza.

Poi però lo spazio non bastava più, e allora, per chi vien la mattina alle 9 e parte il pomeriggio alle 17, abbiamo messo in piedi il CENTRO DIURNO DI VIA SETTEVALLI, dove sotto la guida di Caterina Fania, Marco Amoroso e Ornella Tordoni (dal CD “Video per il sito”, foto n. 09-11) e con la consulenza e il monitoraggio della nostra Équipe medico/psico/pedagogica, i “ragazzi” svolgono piccoli lavori manuali elementari (dal CD “Video per il sito”, foto dal n. 09-03 la n. 09-06) ma anche più complessi (dal CD “Video per il sito”, foto dal n. 09-03 la n. 09-07) discutono insieme dei loro problemi, animatamente, perché ciascuno sa di essere preso sul serio (dal CD “Video per il sito”, foto n. 09-12).